giovedì 26 novembre 2009

Ponte di Mostar

II ponte di Mostar torna crocevia delle civiltà

Il Gazzettino, 24 luglio 2004

Mostar. II momento tanto atteso ieri è arrivato. Il Ponte Vecchio di Mostar è stato riaperto, 11 anni dopo essere stato distrutto dalle cannonate croate in un atto che divenne il simbolo della ferocia della guerra nella ex Jugoslavia. Lo "Stari Most" fu distrutto per cancellare l'identità musulmana di Mostar e di tutta la Bosnia, ma anche il simbolo della convivenza tra croati e musulmani, il crocevia di due civiltà, Oriente e Occidente.
Alla presenza di una cinquantina tra capi di Stato e di Governo, di ministri degli Esteri e diplomatici, principe Carlo d'Inghilterra compreso, il ponte sulla Neretva è stato riaperto. L'Italia è stata rappresentata dal ministro degli Esteri Franco Frattini, a sottolineare il ruolo determinante avuto dal nostro Paese nella ricostruzione: il 27 giugno di due anni fa fu il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi a posare la prima pietra. Con un contributo complessivo di 3 miliardi e 150 milioni di dollari, l'Italia è il primo Paese finanziatore del «Mostar pilot cultural project» della Banca Mondiale.
«La ricostruzione del Vecchio Ponte di Mostar sono il simbolo della vittoria del bene e della pace, la vittoria di una Bosnia-Erzegovina multietnica e multiculturale» ha detto il presidente di turno della Bosnia, il musulmano Sulejman Tibie.
Stipe Mesic, il presidente della Croazia - Paese che ha partecipato con circa 500.000 euro alla ricostruzione del ponte - ha dichiarato al suo arrivo a Mostar di non aver mai potuto immaginare la città senza il suo Vecchio ponte e di essere rimasto inorridito quando ha saputo della sua distruzione. «In un Paese che nella guerra ha perso più di 200.000 persone - ha detto Chris Patten, commissario Ue per la politica estera - a qualcuno può sembrare scioccante dare ampia attenzione agli edifici distrutti, ma le costruzioni che ci circondano parlano di noi stessi».

Nessun commento:

Posta un commento